La Specola

8 Febbraio 2022

Abbiamo preso come emblema della nostra maratona quest’agile torre che s’incontra dopo pochi chilometri dal via, alle porte di Padova: è la torre dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Padova, comunemente detta la “Specola”. E’ un monumento antico che, nel corso della sua storia, ha subito molte modifiche e utilizzi per la sua posizione strategica di controllo dell’accesso a sud della città, là dove entra il Bacchiglione, il fiume della Padova Water Marathon.

La torre faceva parte della prima cinta muraria cittadina di epoca romana, fu inserita in un complesso fortificato nel secolo X, venne poi compresa nelle mura del periodo comunale, diventando in seguito un castello urbano durante il dominio del tiranno Ezzelino da Romano nel 1242. Ebbe il momento di massimo fulgore nel lungo periodo Carrarese per perdere molta importanza quando Padova, nel 1405, fu sottomessa a Venezia. Fu destinata a lungo in caserma e infine, durante il periodo napoleonico, in un carcere, attivo fino a non tanti anni fa. Attualmente è in corso un importante lavoro di restauro per trasformala in un grande polo culturale che ospiterà un museo d’arte moderna, le sale affrescate della reggia Carrarese mentre la ampia corte interna diverrà un luogo pubblico aperto alla città.

E’ stato il Senato della Repubblica di Venezia nel 1761 a decretare la trasformazione della torre del castello, l’antica “Torlonga”, in osservatorio astronomico e dare mandato al professore di Astronomia del “”, l’abate Giuseppe Toaldo, di adattarla ai nuovi scopi. Il Toaldo, dopo aver visitato i più importanti osservatori italiani, incaricò l’arch. vicentino Domenico Cerato, uno dei più validi architetti dell’epoca, lo stesso che stava realizzando la famosa piazza patavina, il Prato della Valle, e il nuovo ospedale Giustinaneo, di elaborare lo studio per la trasformazione. Il progetto ha comportato la demolizione della merlatura e del camminamento di ronda, la sopraelevazione della torre in mattoni, la nuova terrazza su cui poggia la sala ottagonale, alta ben 8 metri, la “Sala delle Figure”, a 35 metri dal suolo, con sei grandi finestre per osservare la volta del cielo da ogni angolazione. Lo scalone che conduce alla parte terminale della torre è illuminato da grandi finestroni bugnati, aperti sui fianchi.