Padova città d’acque

24 Dicembre 2021
Padova un tempo era una città d’acque, ricca di Navigli.

Padova un tempo era una città d’acque, ricca di Navigli.

Una idrografia complicatissima, snodo cruciale della pianura centrale veneta, una situazione stradale vincolata e modellata sui corsi d’acqua che rende la viabilità padovana davvero cosa difficile e complicata, solo recentemente risolta a costi di imponenti strutture stradali che però hanno alterato la fisionomia cittadina.

Una città che è quindi un’isola fluviale e la rete ciclo-pedonale permette di capire nella giusta maniera la vera struttura del tessuto urbano sviluppatosi nei secoli.

 

Dalle Porte Contarine partiva poi il Naviglio del Piovego, un canale di circa 8 km, scavato nel 1209 dai padovani, per collegarsi al Naviglio della Riviera del Brenta, via Noventa Padovana, nei pressi di Stra, e quindi a Venezia e la sua laguna.

Al Portello venne creato l’antico porto fluviale, arricchito durante la dominazione veneziana dalla scenografica Scalinata del Burchiello, luogo dove sarà allestito il primo punto ristoro.

Nel 1198 iniziò lo scavo del Naviglio chiamato Canale Battaglia, che dal Bassanello collega Padova con Battaglia Terme e, quindi, con Monselice; l’acqua fu poi immessa nel 1201.

 

A causa delle piene del Bacchiglione, Padova era soggetta a piene devastanti e, quindi, nel 1842, durante la dominazione austriaca, iniziarono i lavori per lo scavo del Naviglio chiamato Canale Scaricatore, dal Bassanello a Voltabarozzo, con il compito di far defluire le piene al di fuori del circuito delle acque interne di Padova, scaricando le acque nel canale Roncajette.

 

Ma le piene continuavano allagando la città: devastante quella del 1882 e poi nel maggio 1905 e nel 1916 e nel 1919. Pertanto nel 1922 si progettò un ampliamento e prolungamento del canale Scaricatore e un nuovo taglio rettilineo in modo che il canale Scaricatore e il Piovego fossero collegati, raccordando le due diverse altezze dei percorsi attraverso la monumentale Conca di Navigazione di Voltabarozzo.

I lavori cominciarono nel 1930 e furono completati dopo l’ultima guerra. Si realizzò così, da Voltabarozzo al Piovego (zona attuale inceneritore), un nuovo Naviglio chiamato Canale San Gregorio.

 

Il risultato finale è un comodo e profondo Naviglio di circa 7 kmdal Piovego al Bassanello, una sorta di circonvallazione fluviale che dagli anni ’50 ha sostituito il Naviglio Interno di Padova che è stato in gran parte interrato.

Il sistema d’acque e fiumi attorno Padova era articolato e poneva la città al centro di un complesso sistema di comunicazione fluviale che la collegava da un lato con le varie realtà produttive dell’entroterra e dall’altro alla laguna di Venezia.

Lungo i Navigli, un tempo, venivano trasportate merci e persone: oggi sono percorsi da piccole imbarcazioni amatoriali e da battelli e motonavi che ogni anno portano migliaia di persone, gruppi di turisti e di amici in festa.

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